Ne avete mai sentito parlare? Si tratta di frittelle “povere”, conosciute e diffuse credo solo nella zona di Valdagno, Arzignano e Chiampo; sono ottenute con un impasto a base di farina, riso, uova, sale, acqua gasata molto fredda (o latte o birra) e lievito a piacere; si può aggiungere anche scorza di limone grattugiato, oppure grappa. Le varianti più ricche prevedono del riso lungamente bollito.
Componente fondamentale è l’Erba Amara o Matricale, detta anche Atanasia o Tanaceto (Chrysanthemum vulgare, var. Parthenium), che conferisce a queste frittelle un bel colore verde ed un inconfondibile sapore amarognolo, aromatico ma gentile, tanto che l’erba é detta, non a caso, “Maresina”. Se ne utilizzano le foglie, che vengono raccolte quando la pianta non è ancora in fiore
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Ingredienti:
250 g di riso
1 scodella di foglie fresche di erba maresina (erba matricale)
150 g di zucchero
1 uovo, 30 g di farina
1/2 bicchiere di latte
20 ml di olio extravergine di oliva
1/2 l di olio di semi di arachide
sale q.b.
Bollire il riso per un'ora e, non appena sarà diventato una crema densa, mescolatelo e salatelo. Lasciare raffreddare il composto, unire la farina, l'uovo e mescolare accuratamente.
Aggiungere l'olio extravergine, l'erba maresina finemente tritata, lo zucchero e qualche cucchiaio di latte. Mescolare ancora e mettere a riposare l'impasto in un luogo tiepido per due ore. Trascorso questo tempo friggere le frittelle nell'olio bollente versandole a cucchiaiate. Recuperarle con la schiumarola quando saranno dorate, asciugarle bene su carta da cucina, cospargerle di zucchero e servire ancora calde.
Le frittelle presentano una forma allargata e piatta, con un diametro di 7-8 cm; vanno fritte in pochissimo olio e fatte girare di continuo.Si devono servire subito, ancora calde, a piacere cosparse di zucchero semolato che viene meno assorbito dalle frittelle calde.
A me piace servirle non zuccherate, come aperitivo. Solitamente, con la stessa pastella, friggo anche alcune foglie di salvia e, se è la stagione giusta, alcuni fiori di acacia e di zucchino. Possono però essere utilizzate anche come contorno a piatti di carne, assieme anche ad altre verdure pastellate. Accompagnatele con un buon bicchiere (abbondante!!) di Serprino!!
Il gradimento è sempre molto alto: provare per credere!
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